TERAMO – Quasi sei ore faccia a faccia col magistrato, per chiarire aspetti del rapporto con la vittima, delle ultime ore trascorse prima della tragedia, ma soprattutto per difendersi da un’accusa pesante: aver ucciso con la sua macchina il rivale di sempre. A.B. il commerciante rosetano di 39 anni, indagato per l’omicidio di Roberto Natalini, il rosetano 52enne falciato e ucciso a bordo della sua bicicletta lo scorso 10 settembre lungo la statale Adriatica, è stato sentito dal pm Davide Rosati nella sede della Polstrada di Teramo, ieri fino a tarda serata. Assistito dal suo legale, l’avvocato Cataldo Mariano, ha spiegato punto per punto quali fossero i rapporti con Natalini, a cui era contrapposto da dissidi di vecchia data stando a numerose testimonianze, e anche cosa sia successo nelle ore precedenti la tragedia. La procura ha modificato la precedente contestazione di omicidio colposo, tipico dell’omicidio stradale, in volontario, cioè cercato e realizzato. A.B. ha decisamente respinto questa ipotesi, ricostruendo anche i minuti immediatamente prima dell’incontro per strada, escludendo che quell’incidente sia cosa diversa dalla pura coincidenza e fatalità. Nell’inchiesta la procura ha anche ricostruito la dinamica attraverso una simulazione sul luogo dell’incidente, fatta alla stessa ora e con gli stessi mezzi coinvolti, proprio per chiarire l’intenzionalità del gesto.
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